On Brokeback Mountain

Dunque, il dibattito pubblico frigge intorno alle coppie omosessuali – come al solito, con scarsissimo interesse reale per la cittadinanza ma con una sostanziale strumentalizzazione politica dei problemi concreti di una percentuale dell’elettorato che, nonostante l’allarme omofobico, è troppo esigua per essere presa sul serio. In sostanza, gli omosessuali in Italia sono talmente pochi, e talmente poco possono poveracci sulla famiglia tradizionale, che se rimangono insoddisfatti nelle loro richieste o al contrario se verranno fatti contenti, a questo o a quel partito non ne verrà niente, non sarà abbastanza. A dispetto dell’allarme tanto starnazzato, questi poveri omosessuali italiani, che soffrono per l’assenza dei diritti, sono un po’ come i malati di una patologia rara, per cui ma che ce frega di spendere i soldi per la ricerca? Tuttalpiù parliamo dell’urgenza di spendere i soldi per la ricerca, ma non è che ne parliamo davvero.

Invece, ne parliamo per finta. Gli omosessuali sono tre, e a tutti è chiaro che non si diventa omosessuali perché si fanno due chiacchiere. I loro problemi sono pochi e facilmente risolvibili – e si potrebbe passare tranquillamente oltre dopo una mattinata di pragmatismo parlamentare. Non vogliono essere menati perché omosessuali, vogliono lasciare il tetto alla persona cara se schiatta uno dei due, vogliono potersi visitare in ospedale se ci hanno da operarsi alla prostata, parlamentari votiamo? Daje che abbiamo fretta. Se ci pensate, rispetto al problema della disoccupazione che lascia la gente senza mangiare, rispetto al sistema sanitario nazionale al collasso, rispetto alle stragi di stato che non hanno ancora il nome di un colpevole, è abbastanza abbacinante l’uso diabolico che si fa della questione. Gente che si perita di protestare in piedi sulle piazze del paese tutto, perché non gli piace questa cosa qui anziché protestare perché ci sono dei cattolici in questo momento che non hanno da mangiare. Alfano che dice che non vuole che i matrimoni omosessuali all’estero abbiano valore, mentre la camorra, la mafia e l’andrangheta agiscono indisturbate. Non so se vi rendete conto dell’incredibile perversione, di non dare dei diritti a pochi, che non eroderebbero niente a nessun altro, e di non darli in forma di gargarismo continuo e reiterato, allo scopo di fottere, loro e tutti gli altri – per esempio i preziuosissimi elettori eterosessuali cattolici di destra.

Ma naturalmente il cinismo della politica non basta mai a giustificare la forma che assumono i momenti storici, e quando Alfano frigna sul pericolo dell’unità della famiglia, non è solo perché evita di avere di meglio da fare, ma perché davvero mette il dito su questo oggetto in crisi che è appunto la famiglia italiana: che si scassa sempre più presto, che basta uno sputo per inneggiare al divorzio, che non riesce a figliare e quando figlia fa uno o due figli, tre proprio a sfare ecco, che è culturalmente osteggiata nella teoria e nella prassi – tenere in piedi una famiglia anche come carburante oggi è titanico in effetti, perché o lavori o guardi i figli, o guardi i nonni o lavori, o ci hai la macchina o non porti i figli. E, allo stesso tempo, se uno giovane dice che vuole mettere su famiglia è ideologicamente guardato con sospetto, rimproverato di cedere alla precoce materialità dell’esistenza, di non voler fare esperienza, di volersi accasare, di non essere ambizioso, e ancora di cedere alla noia, di rischiare la gabbia della relazione. E se la giovane avventatamente sai mai rimane incinta, della di lei carriera non importa a nessuno – ma l’onta del gesto precoce prevale sulla gioia di una possibile nascita, e insomma pare brutto è meglio che abortisci.
Se ci ricordiamo che questo era un paese a maggioranza cattolica, che se festeggia la domenica un motivo ci sarà ed è lo stesso motivo per cui ci sono i crocifissi nelle classi, ci accorgiamo che, evidentemente siamo al fallimento totale di un’ideologia, di una scala di valori e di una prassi che aveva il cuore ne “la famiglia cristiana”.
La famiglia cristiana è cioè, andata a farsi benedire.

E’ andata a farsi benedire, va detto – non solo per via dei colpi del feroce autoreferenziale capitalismo, ma anche a causa di quelle stesse violenze, coartazioni, disparità di costi che imponeva ai suoi componenti, madri e figlie in primis. E per quanto l’ideologia cristiana dell’unità familiare abbia cercato di tenere il passo con la conquista di dignità delle parti interne, soprattutto si diceva le donne – che erano quelle che pagavano di più, di fatto sta perdendo la partita. Al suo posto fioccano nuove forme di vivere civile, nuovi assetti esistenziali, nuove aggregazioni e soluzioni che faticosamente cercano di proporre un’etica sostitutiva, ancora mi pare, senza aver trovato una formula tale da dare colore a un nuovo momento storico. Ma di fatto questi nuovi assetti esistono, e tra essi figurano le coppie omosessuali, così come le persone singole che continuano a vivere da sole e fanno rete tra loro, per non tacere delle complicate soluzioni a cui vanno incontro le vecchie famiglie che si separano e poi si riconfigurano in nuove combinazioni e soluzioni. Tutte cose che psicologicamente non funzionano né meglio né peggio della vecchia formula – solo con un ventaglio diverso di vittorie e di sconfitte. Questa roba esiste, ne ha oculatamente preso atto Papa Francesco, e tu puoi scegliere soltanto se farli campare bene o male, non se farli esistere o non esistere. Il movimento di riconfigurazione del tessuto sociale, ha radici più profonde che danno linfa alle scelte esistenziali, molto di più delle potate fatte dall’apprendista giardiniere, ossia senza la minima reale cognizione di causa su ciò che faccia bene alla cittadinanza. E’ tutto, sempre e solo un campar peggio.

Donde osserviamo una sorta di spaccatura, che divide la parte politica del paese, e le ultime generazioni di credenti. Da una parte c’è questa scomposta reazione di parte del mondo cattolico, e l’affascinante fenomeno delle sentinelle in piedi, doloroso canto del cigno di quella sezione integralista destinata comunque a soccombere, anche se dovesse avercela vinta sulla carta. Sono in piedi, leggono distanziati l’uno dall’altro, teoricamente attaccando una legge in una maniera mistificata – la legge che sostanzialmente punisce le persone che picchiano un omosessuale in quanto omosessuale – ma sostanzialmente tentando alla disperata di vegliare sul mondo perduto del patriarcato cristiano, delle spose sottomesse che guardano la numerosa prole, non possono gridare, non possono dire, e manco hanno granchè da argomentare, stanno li e fanno esteticamente e pacificamente, quello che possono fare, ossia estetizzare ciò che non c’è più, dipingere con grazia la violenza che ha prodotto la dissoluzione di quel che difendono, mistificare le proprie contraddizioni proiettandole sulle vite degli altri. Dall’altra c’è – piaccia o meno, un nuovo modo di cercare di essere cattolici e aperti all’evoluzione dei soggetti che nel nostro paese comincia con lo charme di Papa Francesco, con le sue inedite esternazioni e accoglienze   – per esempio ai credenti divorziati, e che continua con le spregiudicate circonvoluzioni del governo Renzi.

Due modi perciò di reagire politicamente e culturalmente a un processo senza ritorno, in un disegno in cui le polemiche sul decreto Scalfarotto sono solo pretestuali. Non ci entra la libertà di pensiero, men che mai la minaccia dello stato etico piuttosto la questione riguarda: lo sfascio della famiglia italiana prima che cristiana. Questo sfascio potrebbe portare a una riconfigurazione, a dei recuperi, a delle condanne definitive, a delle nuove formulazioni e a delle nuove riedizioni, in una diversa logica combinatoria che potrebbe far contenti tutti. Ma il declino è proprio questo, perdere frignando i treni che passano.

17 pensieri su “On Brokeback Mountain

  1. la somma delle convivenze e dei matrimoni civili supera di gran lunga quella dei matrimoni religiosi. La famiglia del 2000 è sempre più distante da quella che si prefigurano i legislatori. Se per divorzio e aborto fu possibile bypassare il legislatore con una affermazione referendaria, il vero dilemma oggi è che forma trovare per costringere il legislatore ad assumersi la responsabilità di varare queste semplici norme di civiltà.

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  2. Ho cercato di dire alcune di queste cose in un recente dibattito altrove, con meno chiarezza di te. Come sempre, quadro accurato e condivisibile. “Lo sfascio della famiglia italiana prima che cristiana”: e tuttavia secondo me da questo sfascio può nascere qualcsa d’altro, di bello anche. Qualcosa muore, qualcosa nasce.

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  3. Concordo su tutto. Da cristiana *adulta*, penso proprio che queste patetiche ‘sentinelle in piedi’ facciano la guerra soprattutto alle timide aperture di Bergoglio e dei vescovi che lo sostengono, che sia proprio una resa dei conti interna alla poliedrica galassia cattolica, guerra che però danneggia chi in questo mondo non è.

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  4. credo che la ragione di questo “sfascio” sia da ricercare dentro ai valori che abbiamo dato ai nostri figli. Cresciuti egoisti edonisti tutto isti tranne che altruisti.

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  5. Mi sono trovata due volte a confrontarmi in piazza con le sentinelle e con i cittadini che le circondavano, a marzo e la scorsa domenica. Riguardo il sentire comune nello spazio pubblico, il tuo post è davvero accurato sulla questione della famiglia e l’anacronismo, anche percepito, di cui al riguardo queste figure si fanno portatrici.
    C’è però anche un altro aspetto che vale la pena considerare a partire dalla tua frase “Gente che si perita di protestare in piedi sulle piazze del paese tutto, perché non gli piace questa cosa qui anziché protestare perché ci sono dei cattolici in questo momento che non hanno da mangiare.” Ecco, parlando con alcuni (pochi ma convinti) simpatizzanti delle sentinelle, il punto cruciale era questo: le sentinelle stanno protestando perché “CI hanno tolto il lavoro, CI hanno tolto la pensione, CI hanno tolto la salute e adesso CI vogliono togliere anche la famiglia”. A partire dal “CI” indefinito e populista, fino alla logica cui porta il ragionamento, in gran parte dell’Europa i movimenti di aggregazione neofascisti si nutrono di questo.
    Spero tanto di non essere andata OT, ma considerare oltre il contingente, vista anche solo la risposta che esso ha suscitato tra le manifestazioni di marzo e queste di ottobre, mi sembrava utile per la visione d’insieme.

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  6. Io sono molto turbata da alcuni cattolici integralisti, ne ho uno “amico” su fb (e non so come mai) i cui commenti sono di una violenza inaudita, contro omosessuali o extracomunitari a piacere, e ovviamente pensa che le aperture di Papa Francesco siamo molto pericolose, ma io da atea, con ricordi lontani di catechismo, se c’è qualcosa che mi è rimasto dentro da allora è la sensazione di amore e tolleranza estrema della parola di Gesù e quindi davvero fatico a capire. Poi ho scoperto che un mio amico, compagno di liceo e università, intelligente e con un gran senso dell’umorismo e’ diventato un integralista cattolico, una sentinella in piedi, e blatera sui pericoli che sta correndo la famiglia tradizionale sotto attacco da parte della lobby gay. Vorrei chiedergli, farmi spiegare, ma non so se ho la forza di sentire la risposta. Concordo su tutto quello che hai scritto, la politica italiana e’ inqualificabile e vivendo ora in Norvegia, paese civile e protestante, mi domando se di nuovo sia un problema di cattolicesimo. Ma non sono abbastanza volta per darmi una risposta.

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  7. Quante volte ai ben’altristi, a quelli che parlano di diritti cosmetici contrapposti a diritti sociali, si è detto: ma se questi diritti pesano così poco, sono così irrilevanti, a costo zero, non potrebbero le nostre istituzioni occuparsene nel quarto d’ora necessario e passare poi ad altro? Non lo sostengo per sminuire la sostanza dei diritti bensì per smontare le argomentazioni di quanti li considerano irrilevanti. Non c’è alcun bisogno di un vasto dibattito nel paese: la realtà delle famiglie è, nei fatti, variegata. Solo gli omosessuali non possono sposarsi né adottare bambini, quando magari il partner ha avuto un figlio/a da un precedente matrimonio o si è sottoposta ad inseminazione assistita dove è consentito anche alle single. Queste famiglie ci sono. Esistono. Senza diritti e precarie. Ma sono diffuse anche nei remoti paesini: non è mica un fenomeno da metropoli post moderna. Basta riconoscerle: dare loro la possibilità di sposarsi, se lo vogliono e di condividere gli oneri derivati dal patto sociale che è il matrimonio. Per approvare una siffatta legge non ci vuole molto tempo, né un dibattito: è già tra noi. E continuerà a esserci. Come continuerà a esistere l’omofobia – triste notizia non è scomparsa neanche nei paesi dove i diritti civili sono più avanzati- sarebbe bello, comunque, sanzionarla come un reato specifico.
    In ultimo due note sulla famiglia. Credo che Costanza abbia ragione a chiamarla cristiana – direi persino cattolica, come aggettivo perfetto- perché qui in Europa di ciò si tratta. Le minoranze religiose presenti sul continente hanno avuto assetti familiari diversi e con diversi esiti, quando il mondo era diviso per religione. Così come la stessa famiglia cattolica cui fanno riferimento le sentinelle è un feticcio storicamente inesistente: c’è una storia della famiglia che ne studia gli assetti dall’antica Roma in avanti. Una sentinella mediamente istruita avrebbe un collasso a fronte alla realtà storicamente data delle famiglie in alcune città del Rinascimento italiano. Il calo demografico in Italia inizia addirttura durante la furibonda campagna prodemografia del fascismo, si assesta durante gli anni del boom economico e declina tragicamente insieme al declinare della speranza e dell’orizzonte. Sono scomparse persino le ragazze madri – o genitore single: oramai protette dal WWF come una specie in via di estinzione. Più che politiche spot per incentivare a riprodursi ci vogliono servizi: asili nido, strutture, orari compatibili per padri e madri durante la prima infanzia, l’equiparazione – magari in un secondo momento rispetto alla madre – del congedo di paternità ora pagato talmente poco da risultare fruibile solo dai ricchi e l’incentivazione – nella carriera – a quei padri che del congedo usufruiscono. Qui mi fermo.

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  8. DA “LA SPOSA CRISTIANA” della Contessa Laura Barezia -1924.(Costanza Miriano non ha detto niente di nuovo. Ha solo confermato che tutte le religioni, oltre che omofobe, sono anche contro le donne….)
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    Doveri della donna verso lo sposo: affabilità, modestia, obbedienza.
    Eccoti dunque, mia cara, adorna del bel titolo di sposa; quanto sono grandi i doveri che questo titolo impone! E di quanta importanza sono le cose delle quali d’ora innanzi ci intratterremo! Rassicurati pertanto: i tuoi doveri sono tutti racchiusi in un unico precetto e direi quasi in una sola parola: amar Dio innanzi tutto, indi tuo marito come il migliore dei tuoi amici dopo Dio. Seguendo questa legge, i tuoi doveri diverranno piacevoli e facili da compiersi.
    E dapprima, credi alla mia sincera amicizia, mostrati verso tuo marito sempre umile, affabile, modesta, nè ti dolere mai se qualche volta egli ti tratta come una bambina. La maggior parte degli uomini, occupati quasi sempre in affari di qualche importanza, alle idee e alle opinioni delle donna, troppo dedite in generale alle cose vane e inutili, non danno grande importanza. E d’altra parte, mia cara, perché offendersi di essere assimilate ai bambini, quando nulla vi è di così amabile, puro e attraente di questi piccoli esseri dei quali il Signore disse: Lasciate che i pargoli vengano a me, perchè di essi è il regno dei cieli? Lungi dall’offenderci, sforziamoci di imitare i fanciulli, di ingegnarci come essi nei pensieri, nell’allontanare da noi quella affettazione, quella ricercatezza, quell’orgoglio che sono spesso la cagione delle nostre pene. Noi siamo figli di Dio, che aspettiamo tutto dalla sua paterna bontà, e che nulla possiamo senza di Lui. Non dimentichiamo mai che nel sacramento del matrimonio lo sposo ci fu dato come un sostegno, un protettore, e che perciò dobbiamo amarlo e rispettarlo come amiamo e rispettiamo i nostri genitori.
    Il tuo amore per lo sposo ti servirà di guida a ben condurti a suo riguardo: tu regolerai il tuo carattere e i tuoi gusti sui suoi, conformandoti a quel principio vero e giusto di umiltà cristiana che afferma che è più facile e più sicuro obbedire che comandare. Sforzati di prevenire il tuo sposo nell’amabilità e con la costanza e la esattezza dei tuoi doveri guadagnerai la sua confidenza per tutta la vita. La tua felicità, ricordalo bene, dipenderà dai primi anni, anzi dai primi mesi, della tua unione con lui. Se tuo marito, come io spero, è tanto buono e tanto virtuoso quanto noi lo supponiamo, non vi sarà per te nessun giorno di prova.
    Ma se per disavventura egli fosse di indole impetuosa, violenta e furibonda, difetto che alcune volta trovasi anche in un cuore eccellente, guardati bene dall’irritarlo con le tue asprezze, coi lamenti e coi rimproveri! Venga allora la tua inalterabile dolcezza a calmare quella violenza quasi sempre involontaria. Allorché egli ti vedrà sempre uguale verso di lui, tenera e affezionata, crescerà il suo amore verso di te. Perché dimmi, o mia diletta, quale sdegno può resistere alla tranquillità, alla dolcezza e alla pazienza? Questi sono gli argini più potenti e i soli da opporsi ad un impetuoso torrente. Quando egli sarà ritornato in sè stesso, e allorché la ragione avrà ripreso il suo dominio, potrai fargli comprendere, ma senza amarezza, anzi con affezione, la profonda ferita che egli ha cagionato al tuo cuore. Egli ne sarà commosso fino in fondo all’anima e, col soccorso di Dio, si correggerà o almeno si sforzerà di dominare alquanto l’impeto del suo carattere.
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  9. Alfano si agita solo perché l’NCD sta sublimando sotto i suoi occhi. Con Renzi che sul lavoro sorpassa a destra Berlusconi, fottendogli la constituency, Alfano conta come il due di coppe quando la briscola è a bastoni. Dunque fa quello che può: butta la palla avanti su temi che – crede – possano assicurargli qualche visibilità mediatica e una manciata di voti in più. Così, per non morire nelle urne. Alfano non è “spinto” dalla Chiesa universale o dalla Cei in particolare, come i suoi predecessori con Ruini, perché da Bergoglio la Cei è stata presa per le orecchie e rimessa in riga. Quanto ai cattolici, per fortuna qualcuno si è accorto che non abbiamo tutti l’anello al naso. A me che gli omosessuali ottengano diritti civili eguali agli eterosessuali non fa paura, anzi lo auspico vivamente e mi spendo perché ciò avvenga as soon as possible. Credo che occorra stabilire una sana laicità dello Stato: da cattolico io ritengo che nelle scuole pubbliche dovrebbe essere impartito un insegnamento dellE religionI (almeno delle tre monoteiste, dell’induismo e del buddhismo, ma anche qualche base di confucianesimo taoismo e shintoismo, con un’infarinatura di base sulle principali convergenze degli animisti), l’esazione dei tributi anche dalla Chiesa Cattolica, la possibilità di lasciare ai cittadini la libera decisione – vincolata da severi esami psichiatrici – sul fine vita.

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  10. Io non conosco persone che nel tempo libero fanno le sentinelle in piedi, nè mi interessa più di tanto conoscerle, così come mi interessano il giusto le associazioni di ateissimi inferociti che ogni tanto manifestano o affiggono manifesti con il Dio senza la D.
    La violenza, nei toni, nei contenuti e anche nelle azioni, è evidentemente appannaggio di tutti, è comune e trasversale e lo sdegno a senso unico non mi è mai piaciuto.
    Delle “sentinelle” contesto soprattutto (o solo?) il nome: sentinelle de che? quale altissima idea di sè sta alla base di una simile scelta di nome da dare al proprio gruppo?
    Dico fra parentesi “solo” perchè penso che dobbiamo stabilire una volta per tutte con noi stessi se ci crediamo davvero alla libertà di espressione e di pensiero, anche quello che più detestiamo.
    Dunque per me queste sentinelle sono o possono essere discutibilissime, posto che hanno il diritto di manifestare e di poter manifestare senza impedimento alcuno e posto anche che l’appellativo di omofobo (come altri peraltro) è abusato ed utilizzato con lo stesso spirito moralistico, sia pure al contrario.
    Infine ribadisco un concetto, a proposito delle eterne lagnanze verso lo strapotere evidente della chiesa cattolica: è soprattutto il nostro conformismo religioso – fatto ad esempio di battesimi ai nostri figli fatto per tradizione e non per fede, come tappa obbligata – che mantiene al momento inalterata questa situazione oggettiva.

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  11. mi stavo chiedendo se hai pensato ai risvolti economici della questione che io sospetto abbiano un peso determinante: detrazioni per coniuge etc., assegni familiari, diritti di successione incluse le pensioni di reversibilità. Significherebbe condivisione di qualcosa di esclusivo, quasi premiante, e rinuncia ad una parte dei vantaggi che ne derivano. Non mi sembra che siamo portati a questo. Cattolici o no.
    Le sentinelle poi… possibile non ti venga mai voglia di avvicinati di soppiatto e fare “BUUU!” ? Io quasi riesco ad immaginare che lo faccia il Papa…

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  12. Appartenendo ad una delle categorie “patologiche” rispetto alla famiglia tradizionale (sia pure la più innocua, i separati), ho spesso ragionato di quanto la nostra generazione sia sprovvista di un credibile modello di famiglia.
    Ora, io penso che chi si batte per ampliare l’idea stessa di famiglia sia spesso poco conscio di cercare (e giustamente) un nuovo modello, una nuova dinamica sociale, più attuale ma altrettanto codificata – come è giusto che siano codificate le dinamiche sociali.
    Mentre dall’altra parte, chi si aggrappa ad un modello palesemente anacronistico non fa che prolungare l’agonia.

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  13. E dire che ultimamente leggevo delle riflessioni sul New York Times circa il bisogno di proteggere la famiglia, ma per ragioni puramente economiche: per il bene del capitalismo. Famiglia significa migliore gestione delle risorse economiche, stabilita’, indici di scolarizzazione dei ragazzini piu’ elevati, potenzialmente piu’ ricchezza. E quindi, in assenza dell’attrito del cattolicesimo, l’estensione dei diritti di famiglia agli omosessuali appare molto coerente con il bisogno del sistema capitalistico di autoconservarsi. Cosa che tra l’altro e’ in conflitto con altre istanze dei democratici (americani) difensori delle mamme single e delle famiglie monogenitoriali (che in quest’ottica sono viste come meno “vincenti” sul piano produttivo). Contributo al dibbbattito da un’altra angolazione.

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