Quando la mattina viene sul letto, il gatto vecchio le si avvicina al volto di fronte al corpo steso sul fianco, si compone in una postura gentile e severa, e comincia a fare delle fusa molto rumorose, di discreta autorevolezza, di richiamo urbano ai doveri della giornata e della cura, occuparsi di lui chiede, più precisamente chiede, non già che gli sia versata acqua e cibo di cui dispone del resto, ma che lei si appresti a mettere la caffettiera sul fuoco, assonnata, intrisa di caldo ma comunque efficace, perché è un gatto vecchio, ha le sue abitudini, te l’ho detto che non mi piace mangiare da solo, specie la mattina.
Svegliati.
Questo accade tutto le mattine intorno alle sei, e il rituale prevede l’intervallo lievemente cattivo di lei, ma per altri versi comprensibile, non ha voglia di alzarsi potrebbe aspettare un’ora, in cui fa finta di fraintendere le richieste del gatto, e fa finta di intendere l’atto di sedersi facendo le fusa, come una proposta di affetto, di intrattenimento, di tenerezza. Afferra nel sonno il gatto vecchio e l’abbraccia con trasporto, godendosi per alcuni minuti, la successione degli stati emotivi e diplomatici di lui – che è stato sempre un gatto gentile, ancorché beneficiario di carezze nell’arco della giornata, e ora, regolarmente, come ogni mattina in una situazione di enpasse diplomatico.
Il gatto vecchio infatti si sottopone all’abbraccio e si presta anche come richiesto a giocare al sorcio sotto le lenzuola, a cui da zampate convinte, e morsi. Tuttavia non si può non constatarne nella piega delle orecchie e nella mossa degli occhi, la successione di una serie di stati d’animo difficilmente rintracciabili se non nell’eleganza di certi maggiordomi edoardiani, oppure di certe contesse decadute del meridione novecentesco, quando i rapporti di classe e di potere si stendevano nell’arco compreso tra le affettate cortesie e le affettuose ipocrisie, e l’elegante subalterno, persona di mondo e di finezza morale, intuiva il veritiero trasporto del potente dinnanzi a lui, l’amorevole e autentica disposizione, la grazia che non può fare a meno di far notare per cui, non se la sente di improntare rivoluzioni che sono una cosa così sgarbata, eppure c’è questo problema che.
E allora il gatto vecchio dopo un poco, stabilisce che è opportuno smettere di fare le fusa, rimane seduto e disponibile sul letto e pure come ritratto, e con la smorfia di un contenuto disappunto, di una cavalleresca tolleranza, finché la connotazione di vecchiaia prevarrà su quella di gatto, e come i vecchi e i padri di tutte le razze e di tutte le specie, assumerà la piena consapevolezza di avere il diritto di rompere i coglioni, sia perché nella sua condizione non vi è niente da perdere, sia perché l’età concede da sempre un’autorevolezza che soverchia le logiche di classe e quindi, comincerà implacabile e severo a volteggiare sul letto per fare alzare questa corrotta borghese e debosciata che rimarrebbe a dormire fino alle sette.
(per un buongiorno completo:)
Gatti animali meravigliosi ed estremamente seri. Ti guardano con un’intensità sconosciuta a molti umani, e in ogni loro gesto c’è sempre una piena consapevolezza. Il mio mi ha insegnato che si può stare vicini senza invadersi ma guardando nella stessa direzione
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