Dal vecchio blog : Astrella (novembre 2010)

Ordunque caretti
Avete notato come si amplifichi l’estensione temporale del marketing festaiolo? Il Natale si paventa ogni anno qualche giorno prima, con le sue istanze edonistiche rapinatorie: decorazioni abete, racket dei pensierini, bombardamento mediatico da cioccolato, renne come piovesse, ondate migratorie di babbi natale. Fra un par d’anni mangeremo pandori melegatti sotto l’ombrellone.
Consapevole di ciò ho deciso di dedicare un postarello periodico – che è tanto che non se ne faceva – a una rivista natalizia o meglio: una rivista che c’è tutto l’anno, ma che solo a dicembre i giornalai espongono con ardimento.
Parlo delle riviste di astrologia.

Prima però – vi prego di premiare il mio sprezzo del pericolo, la mia devozione alla causa, che manco Roberto Gatto quando se travestiva da infermiere cococò all’Umberto primo, o da vucumprà sull’adriatico: provate voi a comprare Astrella a soli euro uno, in un’edicola di Campo Marzio, satolla di dragonesse radical chic, gendarmi dell’hout couture e barboncini freschi di coiffeur. Provate voi, con vicino una mano bronzea e diamantata per sempre, che maneggia il numero speciale ADcacatòi (con la o stretta eh) – essendo che prepara un corso monografico sur su’ cesso, a dire io prendo questo, Astrella coll’euro uno e il punto esclamativo… Provate, mentre la dragona dei cessi in oro bianco vi guarda con un ghigno, pensando nel suo gergo: anvedi che sfigata.
E premiate il fatto che, anziché buttarmi al collo di volpe della signora e urlare ci hai ragione ci haaaai piangendo, oppure anziché fare un qualsivoglia sorriso gagliardo dicendo: stvonza, sto faciuendo un vepovtaaaaage pev il mio povvvtale, insomma niente, io non ho fatto niente, sono stata drittissima e punto – a difendere la dignità del lettore cartomanto medio. E ho pagato la rivista con signorilità.

Astrella euro 1 è un giornale che poteva anche chiamarsi Grande Depressione, sia in senso psicodiagnostico che roosveltiano: formato piccolo, carta pessima – reca sulla copertina un primo piano del modello esistenziale astrello: una fanciulla, di capelli lisci, trucco attento, labbrone ma non in posa provocante, sul cui volto splende l’espressione di un’enigmatica deficienza. Ciò non deve far trarre alcuna inferenza sui talenti della modella, essa potrebbe essere molto intelligente ma semplicemente anche lei, sequestrata dalle bollette. Piuttosto immaginiano l’Helmut Newton delli tarocchi, il Cartier Bresson doo zodiaco:
guarda l’obbiettivo! Più cretina! Più cretina! Di più! CAZZO! STAI PENSANDO?!!???

Astrella è infatti una pubblicazione per femmine squattrinate e per lo più alla deriva: zie fidanzate con dei mariti de n’antra, che vedono il giovedì dalle sei alle sette, zie che vorrebbero fidanzarsi con il collega già fidanzato con un altro collega, zie simultaneamente nuore che rincorrono intimi rapporti con i parenti defunti onde essere rassicurate che la sòciera li raggiungerà al più resto,zie et anche madri di figlie verginelle, sverginelle, e comunque i cui cazzi privati sono subappaltati, pitonesse delle lavanderie a gettoni, e non poche apprendiste della circonvenzione di incapaci. Tutte connotate da un amor proprio ai minimi storici, e dalla sfiducia nei mezzi che noantri mortali usiamo comunemente per sbarcare il lunario: noantri parliamo, comunichiamo, seduciamo, lavoramo, portamo la minigonna a giroculo, facciamo gli straordinari, manifestiamo colla CGIL, ma anche no, scriviamo – ma ecco, in vista di una trombata o di un contratto a termine, non è che ci affidiamo a Mercurio ner segno.

Le lettrici di Astrella assolutamente si. Invero si scopre un mondo parallelo astrocentrico, e astrodeterminato, parallelo a quello nostro: dove si parla delle stesse cose nostre, con le stesse passioni nostre, solo alla luce delle stelle – sfigatelle, come si evince dal bell’articolone che incoraggerebbe i lettori del periodico a corto di psicofarmaci a imbroccare la meditazione, nel caso non del tutto infrequente che con li tarocchi je dica sfiga. Il bell’articolone, cominciava solo con un lessico più delicato e soave di questo più o meno così:

Arriva il Santo natale, e si sa son cazzi amari per tutti: devi fare dei regali che non ti va, devi vedere un sacco di parenti che sti cavoli ddico io, devi spendere l’ira de Dio de quatrini a fare dei cazzo di pensierini per gente di cui diciamolo ma che ce frega, la casa ti si infesta di vecchie e di marmocchi, e tu donna vaffanculo e che non lo sai che devi pulire te? E chi apparecchia? E chi sparecchia? E ci hai anche la gotta che co sto tempo! E tutto sto consumismo! E allora, il che ci pare anche ragionevole anche se devo dire meno divertente – anziché esortare le lettrici a farsi ebree (lassate perde il cattolicesimo! Co quer papaccio poi! Rivolgete il vostro animo alla Torah, e almeno sarete sfigati anche di più ma voi mette le risate?) esorta le lettrici alla meditazione zen. Che mi piacerebbe sapere se le zie l’adottano.

L’articolo sulla meditazione in caso di sfracassamento di uallera è la cosa più intellettuale di tutto il giornale. Per il resto esso è un periodico femminile tarato sul lunario e sulle zie in posizione cartesiana. Ci sono tutti i temi tipici delle riviste femminili – la cucina, l’amore, la posta del cuore, le corna, il gossip, solo che la zietà è determinata dal fatto che se le figure ritratte sono per la maggior parte femmine, esse femmine non sono mai discinte, né in posa vagamente equivoca. Inoltre, i temi femmini classici sono comunque astrocentrici: per esempio apprendiamo che a voja a negare le rivelazioni zuzzurellone di Lele Mora, Fabrizio Corona ci aveva una casa astrale che pareva un casino e perciò era scritto negli astri che era un tipo ndo cojo cojo. Un altro caso interessante è quello di Gianluca Grignani che ha subito delle molestie sessuali da piccino, e però oggi affronta la cosa con molto coraggio, sapendo reagire etc. etc. fondamentalmente perché spiegano, uno che è Ariete co’ ascendente sagittario con Marte congiunto a Saturno, ci ha due palle così.
Son cose. Per il resto, scegliete le ricette di cucina in base al segno dello zodiaco. Al toro per esempio – che so io, toro – piacciono i voulu vant colli funghi porcini. Verissimo!

Vi sono anche delle squisite pagine tecniche, che secondo me sottovalutano un tantino il fatto che l’uomo èzoon politikon animale sociale, e insomma s’ammischia ad altri animali sociali sovente di segni diversi dal suo. Allora facciamo che una coppia legge l’oroscopo. Per esempio lei è toro e lui è ariete. Allora legge Astrella euro 1, quella li del toro e legge che per via di che ne so, Mercurio (dove sapere che questo mese, Mercurio è cazzutissimo), sotto il profilo amoroso le cose saranno un po’ complicate, perché magari il Partner si fa li cazzi sui ed è un po’ distratto. Poi legge l’oroscopo il partner e dice, l’amore va una favola! Fichissimo! Tutto liscio come l’olio Grande romanticisimo!
Tutto liscio come l’olio ndove? Grande romanticismo ndove? Che non lo sa che quella li del toro che si sente trascurata si incazza come una mina cor su partner dell’ariete? Passeranno il mese a litigare! Donde si evince che questo oroscopo non è molto affidabile.

Colpisce anche la parcellizzazione delle esperienze che se uno dovesse seguire le indicazioni di asrtrella euro1 per avere una vita relazionale ottimale, sarebbe un tantino svantaggiato. Per esempio c’è scritto che i giorni più romantici sono tipo il 6 e il 7 dicembre (pe noi der toro, voi che ne so – ognuno ci ha i suoi) mentre i giorni più scopatòrii sono l’8 e il 9.
Io immagino scene da urlo tra una zia lettrice di astrella invitata a cena da un bardo signore di mezza età forse vedovo, e quando sono sotto casa quello li arrapatissimo mette una mano sul culo della zia, sperando che, essendo tutti e due de una certa età, si possa svoltare nella passione nella stessa sera.
GIAMMAI! Lo ferma lei: Aspettiamo domani che ci ho la luna ner segno.

E insomma è tutta così. Ricette di cucina astrologiche, pubblicità astrologiche, e anche sistemi astrologici per il totocalcio. Anzi c’è scritto per benino a che giorno e a che ora noantri del toro dobbiamo giocare il gratta e vinci. Ahò io ce provo, metti che vinco me faccio pure io al cappotto col collo de volpe della signora.