Pane e sessuofobia

Allora il Family Day ha avuto successo – più di quanto tutti si fossero aspettati. Io per prima.
Che siano quattrocentomila, che siano un milione- ci sembrano tantissimi. A questo punto penso anche che potrebbero – moderatamente – aumentare.

Col senno di poi penso che forse poteva essere prevedibile. Perché retrospettivamente mi sono ricordata di una manifestazione simile in Francia di qualche tempo fa con esiti altrettanto sorprendenti. Questo è un paese cattolico, in prima istanza ma anche piuttosto arretrato culturalmente sotto la crosta sottile della modernità, e insomma per quale motivo la reazione al progresso sociale non doveva assumere questi numeri, queste forme? Quello che un po’ mi preoccupa è stata l’adesione al fenomeno di certi politici. E quello che spero è che questa grande manifestazione non sia interpretata come la voce maggioritaria del paese: non lo sono stati i grillini, non vedo perché lo debbano essere questi altri.

In ogni caso abbiamo un problema – perché questo movimento sta permettendo a una serie di concezioni, idee punti di vista, che stavano assopiti sul fondo ed erano protetti dall’ipocrisia, di emergere in superfice e trovare una legittimazione, pensieri tenaci di cui prima ci si vergognava perché ci si sentiva sanzionati socialmente ora acquistano una nuova dignità. Ci troviamo a scoprire il poter seduttivo della moda, dei criteri maggioritari – perché sembrava che alcuni contenuti ideologici o ancora di più psicologici fossero spariti, che certi complessi individuali e culturali fossero stati elaborati – che si passasse ad altro – a un modo di stare nel mondo più comodo e flessibile per tutti. E in parte io continuo a credere che abbiamo avuto ragione: ma come si diceva nel post precedente, la crisi economica e una certa crisi più pervasiva del paese, una sorta di depressione collettiva, ha messo sul piatto d’argento questo specchietto per le allodole, con cui scaricare in modo innocuo e assolutamente inefficace, la frustrazione che produce l’incalzare della crisi. Alla nevrosi politica di chi non riesce a produrre un’alternativa ideologica credibile, e una vera rabbia sociale per lo sfascio dello stato assistenziale, prima causa di una famiglia che non cresce più, si offre il farmaco di un’altra nevrosi, il fantasma di un nuovo nemico da abbattere che ha molto a che fare mi pare, con le varie manifestazioni del sesso, con il potere del sesso di generare un significato irriducibile. I nuovi fautori del family day sono sostanzialmente i portatori di una ideologia fondamentalmente sessuofobica – termine che ricorda tanto certe discussioni dei primi anni 80, ma che ci vogliamo fare se stiamo così?

Tutte le comunicazioni che arrivano dai fautori del family day convergono intorno a un problema individuale e culturale con la sfera sessuale. Sia quando parlano di sessualità, sia quando parlano di omosessualità, che quando discutono dei ruoli di genere.

es. 1
Sui volantini della manifestazione si parla delle linee guida dell’OMS che parrebbero suggerire ai maestri delle scuole materne di insegnare ai bambini i criteri fondamentali per una sana masturbazione. Ma se si leggono le suddette linee guida, e se si osserva il mondo della scuola, dovrebbe essere chiaro che l’intento dell’oms e dei maestri non è quello di istigare all’onanismo, cosa di cui non vi è alcun prurito o necessità, ma di suggerire al personale specializzato come comportarsi nel caso in cui possa capitare di osservarlo o di parlarne, giacchè questa cosa, capita con una relativa frequenza. I bambini infatti scoprono il corpo, il corpo è una cosa importantissima, il corpo fa delle cose pazzesche, il corpo è quello che siamo e da cui dipendiamo, se un bambino fa delle domande, o fa delle cose nel suo apprendistato con il corpo, non è che il maestro può permettersi il lusso di girare la testa dall’altra parte, perché ha paura dell’emergere della sessualità. E se il maestro dice una cosa come ti metto in punizione stai facendo una cosa brutta, fa qualcosa di grave di mal fatto, di patogeno, di pericoloso per il bambino e per la collettività stessa – giacchè impone una censura dove non ci deve essere. E quindi, il maestro deve fare questa cosa imbarazzante che questa nuova compagine non vuole fare: vedere il sesso dove fiorisce.
es.2

Gli omosessuali non devono sposarsi e men che meno avere una famiglia. Siccome non riesco a capire qual è lo svantaggio sotto il profilo giuridico ed economico del riconoscimento legale di una coppia di omosessuali che vive da tanto tempo insieme, oppure mi sembra comunque troppo blando rispetto al potere pervasivo che hanno altri provvedimenti (che ne so, l’aumento dell’iva) io ho la sensazione che più di tutto sconvolga il porsi in superficie della scelta sessuale dell’atto sessuale. Di come il modo di interpretare il proprio sesso da parte delle persone omosessuali venga alla luce del sole, e metta evidentemente in scacco aree di confusione sessuale che si sentono messe in subbuglio in chi li osserva. Perché c’è pure da dire, che gli omosessuali adulti, fanno tante cosette che con il loro orientamento non ci entrano molto: mangiano, vanno al bagno, fanno gli impiegati del catasto, chiedono rimborsi alla posta, comprano biglietti di treni, afferiscono a un umano universale per cui dovresti pure scordarti ogni tanto di cosa fanno a letto. Ma siccome si vogliono sposare, queste persone invece si sentono schiacciate, soverchiate, invase dal loro modo di vivere il sesso.
sesso, sesso, sesso. Ancora.
Es. 3
Da Costanza Miriano in poi le persone del Family day sono molto ostili a interpretazioni poco tradizionali dei ruoli di genere. La teoria gender a cui alludono dovrebbe infatti essere colpevole di uniformare le due identità di genere in uniche persone, senza recepire le differenze. I fautori di questa teoria gender – che non ha testi, non ha capi scuola, non ha rivendicazioni – sono grosso modo indicati in persone come me e voi sostanzialmente, che semplicemente vogliono che i loro figli maschi tengano in braccio un bambino e le loro figlie femmine facciano se vogliono un mestiere da maschi. Il problema di queste persone però non è il fatto che il nostro obbiettivo riesca, è il fatto che se riesce l’obbiettivo non può arrivare biologicamente a compimento ossia, ossia chela differenza sessuale si vede sempre: e i nostri figli maschi con i bambini in braccio sarebbero maschi con la barba e bicipiti e i bambini in braccio, e le nostre figlie camioniste, con tutta probabilità camioniste con le tette. Il problema della presunta teoria gender, per costoro, se guardi bene non è nell’uniformità del sesso, ma nel fatto che questa uniformità è impossibile e il sesso maledetto salta all’occhio.

Ed è per questo la donna deve essere sottomessa e vedersi di meno, perché essa può generare, ha un corpo nato per generare, e bisogna che non turbi con il potere anarchico della vitalità sessuale l’ordine quotidiano. Ha il seno, i fianchi, il ventre. Non c’è travestimento, non c’è scuola di trieste, non c’è maestra progressista, che annichili questa cosa pazzesca della semantica sessuale del corpo della donna.
Quindi teniamolo a casa questo corpo. Non confrontiamoci col potere del sesso.
Sesso sesso sesso, ancora sesso.

Non è certo corretto e serio e rispettoso dire, che si sta discutendo se a Piazza san Giovanni questo sabato ci siano stati 400’000 o un 1’0000000 di pazienti, o eventualmente di genitori di pazienti. E sono in imbarazzo io stessa per il mio pensiero. Sento incalzare diciamo una sorta di piattaforma simbolica pericolosa, psicologicamente pericolosa, che se prendesse spazio porterebbe al ritorno di vecchie patologie correlaea alle vecchie visioni vittoriane dell’esistenza, di cui ci eravamo per buona parte liberati. Mi sembra che si culturalizzi una semantica nevrotica, la vecchia sfida delle pulsioni aggressive la cui censura aveva fatto la fortuna di Freud, perché la psicoanalisi si edificò proprio su questo, e che se ne faccia uno strumento efficacissimo di distrazione di massa. Meglio del circo, meglio dei gladiatori, meglio dei leoni, manco devi affollare gli stadi, i poveracci si distraggono ognuno a casa propria.
E siccome esiste un gemellaggio segreto tra il potere di eros e l’aggressività, la voglia di vivere, la forza di reagire, censurando la forza dell’eros, le sue manifestazioni irriducibili, il piacere, le soluzioni originali, il corpo che irrompe, costruisci una nuova generazioni di schiavi.
Auguri a noi.

10 pensieri su “Pane e sessuofobia

  1. Conosco dal di dentro la realtà prevalente che ha manifestato a San Giovanni e non direi che sia la sessuofobia il problema. Il sesso non è di per sé dipinto come una cosa negativa, anzi. Il problema è piuttosto quello di avere un nemico, una causa comune che crea senso di appartenenza, secondo me.

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  2. Bisogna chiedersi perchè funziona questo catalizzatore e non un altro. E io penso che vada bene un ritratto edulcorato, estetizzato, domato, purificato del sesso – ma una serie di contenuti profondi, anarchici divergenti, carnali, forti del sesso siano parte della questione. Capisco pure che alludo a qualcosa di sfuggente, di cui mi riesce difficile parlare e offrire una traduzione. Ma questi parlando bene di una rappresentazione ideale del sesso. Ecco, non so come dire.

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    • In fondo perché tutte queste religioni monoteiste hanno questa visione della donna come della seduttrice, quella che allontana dalla retta via e che va quindi velata, umiliata, imparruccata, nascosta?Cioè, Maria Goretti l’ hanno fatta santa per aver preferito la morte al sesso obbligato, ma sempre sesso (per dirla alla carlona, ma ci siamo capiti). Non ha fatto miracoli, non ha salvato bambini moribondi, ha rifiutato fino all’ estremo il sesso. Santa, subito.

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      • Poi c’ è un altro aspetto, Costanza mi perdonerà il parlar crudo perché mi conosce: il frocio va bene fino a che va in giro vestito di pelle a rete, tanga e ruches rosa, se ne immaginano orge e notti brave, fino a che lo puoi identificare come altro, e lontano, da te. Lo puoi compatire e non lo devi prendere sul serio. Uno invece che si vuole sposare, che vuole un progetto di famiglia e riconoscimento legale della stessa, che vuole tirar su figli, vuole lo stesso che vogliono tutti i fautori della famiglia. Vuole essere come te. E questo alla fine non va bene, perché uno come te lo devi prendere sul serio e rispettare e non gli puoi raccontare addosso le barzellette. Il gay pride carnevalesco va benissimo eprchè quello che te ne fanno vedere in TV rafforza il messaggio rassicurante, ovvero: è un pagliaccio, non può essere come me. Poi uno che insiste per imboccare il suo amato in ospedale, ecco che sovverte l’ ordine costituito.

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  3. Secondo me da parte dei critici di questi movimenti, e mi ci metto anche io, non si affronta abbastanza direttamente uno dei punti fondamentali sollevati da Adindolfi, Miriano & co., cioè: il loro opporsi all’adozione delle coppie omosessuali e alla gestazione per altri. Io ho l’impressione, anche se non ne sono sicura, che questo avvenga perché anche chi è a favore delle unioni e anche dei matrimoni fra coppie dello stesso sesso, a volte ha dei dubbi circa l’adozione e ancora di più la gestazione per altri. Resta però che questo è uno dei motivi fondamentali per i quali la manifestazione era stata organizzata.

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    • POsso dire con serenità di essermi già espressa a favore – anche nel mio libro – della genitorialità per le coppie omosessuali. Non ho alcuna riserva sull’adozione e poche riserve sulla fecondazione assistita (ossia la questione degli uteri in affitto). Ma al più presto visto che ci siamo torno con un post in proposito. Grazie del suggerimento.

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  4. Io posso solo dire una cosa: che se una persona veramente crede che per legge l’ OMS dice che negli asili di DEVE insegnare ai bambini a masturbarsi, e questa persona ci crede senza manco farsi venire mezzo dubbio, senza voler controllare, senza manco dire: che cazzata, ma mi sembra impossibile, io posso solo dire che questa gente è minus habens (statisticamente ci può stare), o che ha problemi molto seri per gli ottimi motivi che dici tu, e che trovo un grosso problema che qualcuno con dei limiti cognitivi di questo tipo possa votare come me. Sarebbe come dire che dal prossimo anno la FAO ha deciso che a biologia i bambini devono capire che sono dei pesci e quelli che a fine anno non hanno le branchie, li bocci. Cioè, ma a una cosa del genere, un dubbio ti viene, no? e allora perché a tanti non gli viene con quell’altra cosa campata in aria?
    Il punto, signora mia, è che la gente scopa poco o scopa male e le mezze stagioni per andare in campanella non vanno bene.

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  5. È tutto molto condivisibile, chiarissimo ed essenziale.
    Quello che a me sconvolge più di ogni cosa è la mancanza di collegamenti tra realtà oggettive che moltissimi lamentano, come lo stiramento psicofisico tra l’essere mamma ed essere professionista, o l’assenza quasi narrativa dei padri, e questa fissità dei generi a cui siamo talmente affezionati che qualsiasi altro sembra una minaccia.
    E se mi fermo a pensarci io-in-quanto-altro, abbassando un attimo l’armatura dell’accademia e della coscienza, mi sento proprio malvoluta, esclusa, fuori posto.

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  6. Mi sembra che si stia mettendo tutto in un gran calderone e si commetta l’errore di categorizzare le voci in dissenso sotto un unico ombrello di pseudocattolici/omofobi/retrogradi o semplicemente imbecilli. Lo stesso errore di cui “li’ accusate. Io mi ritrovo nella fascia di quelli che non sono d’accordo con visioni beote/bigotte, che non distorce la realtà dei fatti (so benissimo che l’OMS non vuole diffondere la pratica dell’onanismo e credere a una baggianata simile vuol dire essere a corto di cervello e scuse), ma nonostante cio’ ho le mie perplessità, pacate ma motivate, (dispostissimo a cambiare idea) circa adozioni e uteri in affitto. Personalmente ho conosciuto il mio padre naturale a 25 anni, il mio padre adottivo mi ha amato all’inverosimile e tutt’ora lo amo come un padre, ma non sarei onesto se non dicessi che la serenità’ l’ho trovata solo dopo che ho potuto conoscere il mio padre biologico e coltivare un minimo di relazione con lui. L’amore e’ una cosa immensa ed e’ capace di tutto, ma non da’ le risposte alle domande che uno si fa quando costruisce la sua identità, e per quanto grande fosse l’amore che ricevevo dal mio padre adottivo, toglieva la luce dalle risposte che cercavo. Non riesco a condividere il pensiero che togliere volontariamente un genitore naturale da un bambino/a possa essere conciliato con l’amore per questo, se così pensate forse dovreste porvi qualche dubbio su cosa voglia dire. Questo ovviamente vale sia per le coppie eteri che per quelle omosessuali, con l’unica differenza (purtroppo dal mio punto di vista e qui sta il mio dubbio) che le coppie omosessuali DEVONO togliere al bimbo un (o anche due) genitore naturale, questo per me e’ un atto di cui non si conosce la portata, sara’ sempre una parte di lui/lei, gli respirerà dietro nell’ombra come una domanda sospesa di cui gli si sara’ nascosta la risposta.

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  7. io mi sono letta le linee guida dell’OMS, e mi sembrano veramente molto corrette, equilibrate e rispettose. ovviamente. c’è molta attenzione alla formazione del bambino e poi dell’adolescente, si sottolinea molto il concetto di rispetto, per sè e per gli altri, di autodeterminazione, di reciprocità nelle cose. si mette ripetutamente in guardia contro comportamenti poco corretti vedi pedofilia, si insegna a porre attenzione e a difendersi. si parla della crescita fisica, sessuale e psicologica. insomma molto buono, e solo con una mentalità veramente limitata e/o in malafede si può tirar giù tutto sto casino. ma d’altronde, nell’aprire il documento ho avuto un flash back: l’educazione sessuale! mi sono sentita catapultata negli anni ’70, quando si iniziava a parlarne (in Italia). non è che si è fatto un gran che da allora, eh. salvo i “progressi” nel campo degli abusi sessuali e nel commercio di reggiseni per quattrenni o trucco per le seienni. mah. ricordo un maestro nella scuola dei miei figli che sosteneva che non bisognava spingere i bambini a lavarsi le mani dopo essere andati in bagno perchè poi si sarebbero chiesti perchè i maschi sì e le femmine no (?) e quindi si sarebbe attratta l’attenzione sulla differenza sessuale….. anzi, è in atto una vera e propria regressione.

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